PETRA

TECNICA

L’opera di ingegneria fu così rivoluzionaria che i successivi re e le nobili famiglie di Petra desideravano che le loro tombe fossero altrettant spettacolari, scavando le montagne tutte attorno dal centro della città in cerca di un punto ancora più difficile, creando così il labirintico complesso delle tombe reali.

Oltre ai suoi successi architettonici senza precedenti i nabatei erano conosciuti per le loro conoscenze nella lavorazione della ceramica, che si ritiene abbiano ereditato dagli Edomiti. Recentemente è stato scoperto un corno cavato a Wadi Musa, il quale ci suggerisce che Petra fu un centro regionale di produzione della ceramica fino al terminare del terzo secolo d.C.: successivamente la città entro nel suo periodo di decadenza.

 

Il Khazneh, pertanto, mostra la combinazione della tradizione costruttiva nabatea con una decorazione, nella facciata, di chiara tradizione ellenistica, che già allora caratterizza la tecnica costruttiva romana, ma il risultato in questo caso è particolarmente sorprendente: un po’ la ristrettezza della gola in cui si nasconde, un po’ il tono rosato della sua pietra arenaria, quanto la caratteristica e la monumentalità della sua spettacolare facciata classica, creano un effetto veramente travolgente nel visitatore I lavori di scavo e di scultura non devono essere stati affatto facili.

 

Si tratta di un’arenaria dura, per cui tanto difficile da lavorare. Apparentemente per prima cosa fu scavato il perimetro in cui sarebbe poi stata scolpita la facciata e successivamente sono stati lavorati tutti gli elementi che la formano, iniziando dalla parte superiore e scendendo progressivamente fino al suolo. Nel livello inferiore spiccano le superbe colonne solide che le servono da sostegno, quattro delle quali, le laterali, attaccate alla roccia stessa e le due in mezzo. Queste sono sparite con il tempo ed è stato necessario ricostruirle.